venerdì 28 dicembre 2018

IL TOMINO DI CARAGLIO

Questa è la storia del Tomino di Caraglio .
Ho vissuto la prima infanzia, negli anni ’60 inizio ’70, in uno storico bar di Caraglio.
Anzi, in origine, era una trattoria chiamata Croce Bianca, poi in quegli anni, per la locazione un poco affossata di una sua saletta, molto frequentata dalla gioventù caragliese, venne dagli stessi soprannominata bar “La Tampa” (la fossa). Denominazione che mantiene tutt’oggi  un pimpante locale vicino.
La sala superiore, a livello stradale, era invece frequentata, per la maggior parte, da uomini già un pochino più maturi, accompagnati dall’inseparabile quartino
Negli anni ’60, a Caraglio, vita scorreva con i suoi ritmi lenti, il mercato era molto florido perché la valle era ancora ben popolata: la contrattazione delle castagne avveniva sotto il pelerin e il mercato della verdura (fagioli e peperoni) si svolgeva nella piazza S.Paolo, dove vi  era anche la vivace la Società Operaia .
Questa memorabile Società era luogo di svago per una buona parte di paesani: lì si poteva mangiare, bere, giocare a carte o a bocce, discutere dei fatti e misfatti e della politica, specialmente, locale.
In quegli già documentati anni, proprio in questo locale ma anche presso il nostro bar, un simpatico e arguto avventore caragliese di nome Edoardo “Nardo”  (e non è un nome inventato) narrava ed esaltava le qualità e la peculiare  bontà di un tomino da lui prodotto tutte le mattine, per colazione.

La procedura di produzione, semplice ma rigorosa tanto che potrebbe benissimo essere considerata un vero disciplinare, esaltava il gusto del latte rendendolo particolarmente amabile.
Le sue origini non sono note e, per quel che so, non ha eguali in altre zone.
E’ simile al Reblec valdostano ma con criteri di realizzazione singolari , per tempi e tecnica.
E questi modi ne fanno buona differenza per sapore e consistenza.
In quel periodo in  molti, specialmente massaie, producevano quel tipo di tomino, anche sotto forma di piccole tome.
Poi le piccole stalle paesane, dove era possibile comprare direttamente anche solo pochi litri di fresco latte, scomparvero e con essi scomparve anche l’abitudine di fare quei tomini o la toma casalinga.
Ma la ricerca, certe volte la casualità  e specialmente  l’affiorare spontaneo del ricordo nella mente degli  ormai pochi veterani nella narrazione  della loro vita passata, porta sempre i suoi frutti.
E così è anche stato per il tomino di Caraglio.
Ora, in occasione della nota fiera tipica di Aj a Caraj del 18 novembre , grazie alla disponibilità di Marco Odetti, bravo e preciso casaro, titolare  dell’Azienda Agricola “ il sogno” di Borgo S.Giuseppe di Cuneo, sono stati proposti i suddetti Tomini fatti con la  storica ricetta caragliese di Edoardo (Nardo).
Giudicate voi.
LAlciati