Nell’inverno 2009, durante una visita di lavoro presso l’azienda agricola
della
nota insegnante Anna Arneodo di bta marchion della frazione
S.Lucia di
Monterosso Grana, sono venuto a conoscenza di una mela prodotta
da un
piccolo
ma antico melo che vive in un prato lì vicino, a circa
1200 m.s.l.m.(un’
altitudine comunque notevole anche per la vegetazione dei
meli)
Il frutto, di colore giallo e dalle sfumature rosse si presentava
ancora
turgido e teso benché la stagione invernale fosse già avanzata. Il
gusto era
profumato e dolce, la polpa bianca e croccante.
La primavera
successiva mi sono recato nuovamente da Anna Arneodo per
prelevare, da quel
piccolo melo, delle marze da innestare. Cosa che ho
potuto
fare grazie
alla sua gentile concessione. La pianta madre, a prima vista, pare
non
sia stata innestata.
In quel frangente mi è venuta l’idea, nel caso
che questa mela risultasse
una
varietà sconosciuta, di chiamarla Mireio
(come sai Mirella in lingua occitano-
provenzale) in
onore a Frederi
Mistral, grande poeta provenzale, visto che la pianta madre
vive in questo
territorio dell’area occitano provenzale.
Poi, nel corso di un tour nel
Trentino e nell’alto Adige, vedendo l’
organizzazione frutticola e agricola
di quei luoghi e il suo notevole
sviluppo
sia economico che turistico,
ho capito che tale evoluzione era dovuta si
alla
capacità tecnica degli
agricoltori ma soprattutto dalla promozione legata ai
famosi marchi che
identificano il prodotto (Melinda, Marlene) . Non nomi
tecnici che
rispecchiano le caratteristiche del frutto (gialla, rossa) o le
cultivar
(golden, stark ecc) ma nomi che catturano l’attenzione, particolari,
simpatici e capaci di creare popolarità .
Allora mi sono chiesto se ciò
sarebbe fattibile anche da noi. Io credo di si
e
forse con dei valori
aggiunti in più se adottassimo un nome legato alla
nostra
lingua e alle
nostre tradizioni come può essere appunto Mireio, come marchio
promozionale
per la squisita mela coltivata nelle valli Grana e Maira,
Infatti questo
nome non solo identifica il frutto con il territorio di
coltura
ma
trasmette importanti segnali che rimandano alla cultura locale come la
tradizione linguistica, geografica e storica delle nostre valli. Un forte
legame di grande impatto promozionale economico e , specialmente, turistico
come è successo per le mele trentine.
Naturalmente l’adozione del nome
dovrebbe avvenire a seguito della creazione
di un consorzio o di
un’associazione di tutela dove verrebbero coinvolti i
produttori, i
commercianti e gli enti territoriali. Un organismo di sola
attività
promozionale e di valorizzazione, che non si occupi direttamente di
commercializzazione la quale è di libera iniziativa dei produttori. Tuttavia
quella commercializzazione dovrebbe adottare il marchio e divulgarlo con il
proprio
prodotto (bollini, depliant, etichette) per raggiungere i fini
preposti
(ricercatezza del prodotto e quindi economici per il produttore e
promozionali
per il territorio e la comunità).
D’altro canto l’organismo
di tutela coordinerà la promozione con interventi
di
diffusione
mediatica, congressuale, di informazione e di raccordo con enti
pubblici e
privati con lo scopo di rendere popolare il frutto e la sua terra
d’
elezione.
Disponiamo di importanti vantaggi: l’ottima qualità delle
mele coltivate, le
valli fortunatamente incontaminate, le montagne e un
forte legame con le
tradizioni e le tipicità della nostra valli.
Tentar
non nuoce, anzi. Mal che vada si è almeno cercato di fare qualcosa di
utile.
Il Progetto:
a) riunione informativa con gli
interessati ed illustrazione del progetto
b) costituzione di un consorzio o
associazione di promozione e
valorizzazione
delle mele coltivate nelle
Valli Grana e Maira. (di cultivar moderne e
antiche)
che coinvolga
produttori, commercianti e enti locali pubblici e privati.
c) Adozione del
marchio identificativo
d) Elaborazione di un semplice disciplinare in cui
vengano dettate delle
fondamentali regole (territorio di coltivazione e uso
del marchio solo su
mele
prodotte nell’ambito territoriale
prescritto)
e) Promozione:
1) mediatica (carta stampata,sito internet
ecc.)
2) espositiva (partecipazione a manifestazioni tematiche ecc)
3)
materiale pubblicitario (depliant)
4) identificazione prodotto (bollini su
mele, etichette, ecc)
5) creatività
Sarebbe importante l’appoggio e se
possibile, la regia, della Comunità
Montana per ciò che rappresenta (
trasmette fiducia, unità di territorio,il
fascino della montagna e della
cultura della gente di montagna – è un punto
di
riferimento
).
Lucio Alciati