E’ abbastanza  frequente  leggere, sentire,vedere su giornali e riviste, nel 
web e 
nei ricettari, notizie ed immagini riguardanti la pera 
Madernassa.
Ne sono descritte le qualità, il gusto, le ricette, il territorio 
e la sua 
storia.
Tuttavia non si riferiscono alla pera Madernassa in 
generale ma alla pera 
Madernassa 
del Roero, di Guarene d’Alba. E questa 
differenza traspare anche nel prezzo. 
Infatti nei luoghi suddetti si 
spuntano quotazioni di mercato ben superiori a 
quelli ottenuti per la 
Madernassa coltivata nella nostra Valle. Quindi è 
facile 
dedurre che 
tale frutto non deve ancora essere considerato “finito” e 
relegato 
nel 
limbo delle produzioni destinate all’inesorabile estinzione ma deve 
essere 
qualificato,ovvero promosso per le sue peculiarità.
Alcuni operatori del 
settore giustificano il maggior prezzo  a causa delle 
diverse 
caratteristiche morfologiche del frutto e, nello specifico,della 
“rugginosità” della buccia. Un aspetto gradito al consumatore. Questa stessa 
varietà (perché si parla di stessa varietà) in Valle Grana, per le 
condizioni 
pedoclimatiche diverse, assume invece una colorazione fresca, 
verde con 
simpatiche sfaccettature rosse.  Probabilmente quest’aspetto 
induce allo 
stesso  acquirente  una sensazione di durezza, freddezza e 
difficoltà nella 
cottura. Sappiamo che non è così ma questa verità non è 
conosciuta e sarebbe 
compito di chi abita e coltiva in Valle Grana riuscire 
a comunicarla al 
consumatore, informandolo delle ottime specificità date da 
un territorio, com’è 
il nostro, montano e ancora incontaminato.
A parte 
le voci di settore (che devono esser sempre prese per quelle che 
sono) 
le quali  raccontano di tecniche che favoriscono la comparsa della ricercata 
rugginosità sulla buccia di queste pere tramite l’uso frequente di 
trattamenti 
“irritanti” con zolfo  o verderame, credo che sia invece 
proprio la promozione 
il 
punto di forza del successo della  Madernassa 
di Guarene.
Infatti è intensamente rappresentata e sostenuta 
dall’amministrazione comunale 
e dalle 
associazioni locali , con ottimi 
risultati, nella 
tutela e soprattutto nella valorizzazione. 
Optima 
Roero, Slow food , manifestazioni a tema e, 
soprattutto informazione, 
cucina, territorio e tradizione: queste sono 
state, 
sono e saranno  
sempre di più le loro carte vincenti.
Ma,poi,  chi ha detto che quella pera 
Madernassa è migliore? I mezzi di 
informazione, i cuochi e la gente del 
luogo.
Allora perché i Valgranesi, gente  vivace ed intraprendente nel 
settore dell’
agricoltura di qualità, non creano un gruppo di persone, 
un’associazione che 
sostenga questa coltura tradizionale e che sappia far 
conoscere, attraverso 
i 
mezzi sopradetti e ad un pubblico sempre più 
vasto  le speciali peculiarità di 
questa  
nostra produzione locale? 
Una produzione che ha dato tanto alla nostra  Valle e che può ancora dare 
molto. Un frutto che ha ispirato numerose semplici ricette come, ad esempio, 
quella buona, facile e salutare che sapeva   la mia nonna materna. 
Prima 
di preparare le micche e le micóle di pane metteva da parte un poco di 
pasta 
.Con questa pasta formava dei salamini o cordoncini ( un po’ come si 
fa 
per gli gnocchi). Prendeva le pere Madernassa dell’albero vicino a casa e ne 
avvolgeva ognuna con uno dei 
salamini suddetti. Fatto ciò venivano 
zuccherate e infornate con il pane. 
Diventava una semplice, sostanziosa e 
gustosa merenda per i bambini.
Lucio Alciati
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