venerdì 8 febbraio 2013

Il Tartufo nero

Venerdì 01 febbraio, alle 20.00 del crepuscolo, nell’affascinante atmosfera del Filatoio di Caraglio, si è svolta  una mitica”sei mani” dei migliori cuochi della Valle Grana che hanno proposto, esaltato, esternato, interpretato la particolare grazia del nostro Tartufo nero.

Una sapore che dona delicatezza e sensazioni, che sa di caldi boschi e di fresca alba. Che, a differenza del tartufo bianco, deve esser ricercato, svelato e goduto come un eccitante premio per i nostri sensi cacciatori.

Il tartufo nero della Valle Grana non è un aroma che da effluvi quasi invadenti e così facilmente imitabili artificialmente. Il tartufo nero è un ingrediente che tiene gelosamente

in se, come in uno scrigno, la sua virtù per poi esprimersi al meglio, con la sua particolare unicità, nella giusta collocazione culinaria.

Bisogna usarlo sapientemente, con grande semplicità, e non solo aggiungerlo e trattarlo da semplice ospite, ma coinvolgerlo in cucina.

Solo così, in un lampo di calore tra cielo e terra, darà il meglio di se stesso. Un gusto lieve ma ineguagliabile.


Matteo del Ristorante da Elisa, Lele della Trattoria il Castello e Poldo del Ristorante il Portichetto, in quella serata magica, hanno condotto i simpatici commensali  tra i segreti di questo particolare e misterioso fungo sotterraneo dal carattere selvatico e timido.


Si dice che il tartufo nero sia il cibo preferito dei piccoli sarvan e che il carattere sia uguale. Io non lo so ma se così fosse la cosa non mi stupirebbe.


Il resto, che dire?

Provare per credere.


Lucio Alciati

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