venerdì 8 febbraio 2013

L'aglio di Caraglio (aj 'd Caraj)

La coltivazione dell’aglio a Caraglio era confinata negli orti famigliari, nelle vigne della zona della collina del Castello e altre zone limitrofi. La produzione in eccesso veniva venduta nei mercati contadini di un tempo. Purtroppo le vigne, che nel passato avvolgevano tutta la collina e gran parte della pianura ai suoi piedi, per varie cause come il benessere e l’emigrazione dei contadini verso le fabbriche (redditi più sicuri e stabili) nonché per le difficoltà logistiche di coltivazione date dalla localizzazione dei terreni in luoghi difficili ,vennero abbandonate, divelte e lasciate alla mercé della natura. Con loro sparirono anche le coltivazioni intercalari quali, appunto, l’aglio, la lenticchia, la sciola dla coa (cipolla della coda).
Poi, come è risaputo, l’aglio degenera rapidamente se coltivato senza rotazione agraria e nel medesimo terreno per più anni: una pratica anch’essa abbandonata.
Alla fine dell’aglio di Caraglio , sino a circa dieci anni fa, veniva ricordata solo più una conosciutissima filastrocca popolare che veniva rivolta, con ironia, verso questo paese e i suoi abitanti: a Caraj l’an piantà ij aj, l’an nen bagnaj e ij aj son secaj (a Caraglio hanno piantato l’aglio, non lo hanno bagnato e l’aglio è seccato). Un altro vecchio detto caragliese molto comune e che, indirettamente, testimonia radici antiche e conosciute dell’aglio in zona
è l’indicare, in dialetto, la giovane età di una persona: Giov ma ‘n aj (giovane come un aglio).
Ma tutto questo non venne mai collegato alla sua passata coltivazione ortense. Fino a che, un giorno, colloquiando con un agricoltore caragliese, purtroppo deceduto alcuni anni fa prematuramente per una grave malattia (Emanuele Borgogno), sulla bontà delle vecchie e tradizionali coltivazioni, mi citò della conosciuta delicatezza e, nel contempo, aromaticità e dolcezza dell’aglio di Caraglio.
E’ significativo che, benché lui abitasse a Busca (è una cittadina vicina a Caraglio) si facesse portare dell’aglio coltivato a Caraglio da suo fratello. Da quel momento(era la primavera del 2003) ho iniziato a ricercare e a scoprire che l’aglio lo piantava già la mia nonna materna in collina, mia madre e altra gente. Mi dissero che lo piantavano nel tardo autunno e, se nevicava, in febbraio (‘n bon ajè pianta ‘l aj a fëvre – un buon agliaio pianta l’aglio a
febbraio –altro detto locale).
Mi è stato raccontato che, appena raccolto, il mazzo veniva lavato velocemente nella bealera (ruscello) e appeso in luogo ventilato, luminoso ma non assolato.
In quello stesso anno, con l’Associazione Insieme per Caraglio (pro loco) si diede vita ad una manifestazione con l’intento di rivalorizzare e di ricordare l’intimo legame tra Caraglio e aglio, non solo culturalmente ma anche colturalmente : Infatti questa manifestazione si intitolò, da subito : Aj a Caraj – quando la festa sa di aglio.
Poi nel tardo autunno del medesimo 2003 ho iniziato delle coltivazioni sperimentali per capire e verificare quanto avevo recepito dalle varie testimonianze ormai sfumate dall’ oblio del ricordo.
I risultati furono da subito incoraggianti e il prodotto rispondeva esattamente alle particolari e interessanti caratteristiche che mi erano state dette dal buon Emanuele Borgogno.
Il terreno locale, fresco e povero di solfati e le condizioni climatiche date dalla immediata vicinanze delle montagne donando all’aromatico bulbillo caragliese le peculiarità sopracitate.
Da lì, cautamente ma con grande determinazione, si procedette al coinvolgimento sperimentale di alcuni piccoli produttori per una esigua produzione e di pari passo a una incisiva promozione con partecipazione a fiere tematiche e incontri con altre realtà “aglicole” italiane (Resia, Voghiera, Paceco Nubia, …).Innanzitutto con Vessalico e Govone. Il percorso non è stato scevro da inconvenienti, non colturali o qualitativi, ma causati da una parte della popolazione la cui reazione era scettica e mal informata da antagonismi personalistici e commerciali. Fortunatamente con la perseveranza, l’informazione, il far toccare con mano anzi con il palato il nostro aglio e senza cadere in stupide e dannose diatribe, si sta rapidamente dissolvendo quest’aurea di scetticismo.
Nel luglio 2008 si è formato un Consorzio di promozione, tutela e valorizzazione (attualmente è composto da 17 soci coltivatori, di cui sono presidente pro-tempore. Nel novembre dello stesso anno è nata una Confraternita (una cinquantina di confratelli e consorelle) con finalità promozionali, gastronomiche e culturali nei confronti dell’aglio caragliese.Ha un proprio sito (www.confraternitadellagliodicaraglio.it).


La coltivazione dell’aglio di Caraglio è regolata da un disciplinare approvato dall’assemblea dei soci che impone una coltivazione in armonia con l’ambiente, senza diserbo chimico, limitata nei confini territoriali di Caraglio e una lavorazione rispettosa delle tradizioni . Ad esempio non effettuiamo diserbi chimici ma solo fisici quali la zappa per gli appezzamenti più piccoli, la motozappa e il pirodiserbo (cioè l’eliminazione delle infestanti per mezzo del fuoco). La concimazione è organica (letame) e, per quanto è possibile e disponibile, ci forniamo di letame bovino dagli allevamenti di Castelmagno (così impieghiamo un concime organico di “eccellenza” e collaboriamo con le aziende montane nello smaltimento dello stesso, vista la loro impossibilità ad impiegarlo a causa delle difficoltà territoriali). Viene anche impiegata la cenere di legna in quantità ridotte. I trattamenti fitosanitari prevedono l’uso del Bacillus T. e, in caso di malattie fungine, l’ossicloruro di rame. Alcune aziende sono iscritte al sistema biologico, altre no tuttavia anche quest’ultime seguono i dettami dettati della metodologia biologica e del bio integrato. L’asciugatura, l’essiccatura e la conservazione avviene tramite l’apposizione dei mazzi in pendeis (pannelli) o altro, in luogo ventilato, asciutto, luminoso ma non al sole diretto. La pulizia e il confezionamento dell’aglio è manuale. (www.consorziodellagliodicaraglio.it)

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AJ A CARAJ - QUANDO LA FESTA SA DI AGLIO 2013
Si sta avvicinando uno degli appuntamenti più graditi ed attesi nel panorama delle produzioni tipiche regionali.

Il 16 e 17 novembre prossimi si svolgerà l’undicesima edizione dell’affascinante ed avvolgente kermesse del buon gusto tradizionale: Aj a Caraj, celebrazione di un simbolo popolare.

Sono passati undici anni dai primi vagiti di quell’aromatica riscoperta: l’aglio di Caraglio. Un figlio della nostra terra da cui ha ereditato le migliori qualità.

Raffinatezza, dolcezza e unicità lo contraddistinguono dalla massa tanto da essere quotato, in alcuni casi, presso negozi di èlite in grandi città, a prezzi smodati  che, tuttavia,  denotano ricercatezza e passione. Ed è già oggetto di brutta imitazione, con pseudonimi ingannevoli e coltivazioni artificiali, svolte anche fuori territorio e di dubbia provenienza.

E’ lo scotto di un gradimento sempre più crescente e di una rapida ascesa verso l’Olimpo delle migliori produzioni tipiche nazionale. Tanto da essere stato iscritto nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (P.A.T) della Regione Piemonte e ad essere preso in considerazione da Slow Food, inserendolo in una affratellante Comunità del cibo di Terra Madre.

Un Consorzio con un disciplinare semplice, rigido e trasparente, analisi di laboratorio che garantiscono l’assenza di inquinanti,il controllo della filiera produttiva  da parte di un esperto valido tecnico, esterno e super partes ,  promozione ad alti livelli, rete di vendita capillare e diretta su tantissimi mercati tipici regionali ed extraregionali, trasformazione alimentare, informazione telematica con siti internet e informazione giornalistica, hanno fatto si che si raggiungessero inaspettati e importantissimi obiettivi.

Ma ritorniamo alla festa 2013 che propone un programma di altissimo impegno organizzativo.

Si inizia, sabato 16, presso il rinnovato Pelerin di piazza Cavour, alle fatidiche 17,17, con la degustazione guidata dell’aglio di Caraglio a cura del giovane chef caragliese Michele Chiapale. Seguirà l’accattivante concorso fotografico “ Caraglio nel dett’aglio”. Alle 20.00, presso il suddetto Pelerin, una sontuosa e fragrante bagna caoda allieterà i palati dei buongustai.

Il giorno dopo, domenica 17, dalle 9 del mattino alle 18, lungo la strada e la piazza centrale del paese si terrà l’attesa “mostra- mercato- degustazione dell’aglio di Caraglio e di numerose e rare tipicità. Tra abbondanti ortaggi e frutta di qualità, amabili mieli e formaggi aromatici , stuzzichevoli salumi e vini profumati si potranno reperire delle rare eccellenze del nostro territorio.

Come il delicato antico fagiolo bombonino, piccolo, dalla candida buccia, tenerissima e digeribilissima, adatto al forno o nel coccio piemontese. Oppure la gustosa lenticchia della Valle Grana che rivive nei nostri areali e le patate Piattine e Ciarde dei coltivatori dell’Associazione di tutela di Monterosso Grana. O, ancora, il Söfran ovvero il riscoperto, delizioso, Zafferano di Caraglio e della Valle Grana e i piccoli e saporiti porri quarantini, anche detti di montagna o di Montemale. Poi il borlotto nano Reginotto della Vallera, appositamente spaccato, come vuole l’antica tradizione, per una cottura rapida, anche senza preventivo ammollo, in suadenti minestroni. E le farine della tradizione: il pregiato Barbarià o Barbariato, la farina pignoletto per un’ottima polenta, il grano saraceno, il farro e tantissimo altro ancora.

Tante peculiarità che entrano nel ciclo della salutare rotazione dell’aglio nostrano.

Nell’intermezzo della festa, alle 12,00 verrà fortunatamente riproposta la gentile bagna caoda caragliese, presso il suddetto Pelerin.

Il pomeriggio sarà allietato da danze occitane dei Segurana, condite da fragranti caldarroste.

Al termine, gran finale con l’investitura di nuovi confratelli e, a seguire, appassionate corteo della Confraternita dell’aglio lungo la via principale.

Quindi, ai buongustai, agli amanti della tradizione, ai contadini, ai gastronomi, a tutta la gente che mangia e sa che quello che mangia diventerà parte di se stesso, appuntamento il 16 e 17 novembre 2013, a Caraglio. Siete tutti aromaticamente invitati.

Info: associazione Insieme per Caraglio 0171619816



Aj a Caraj, anche in questa dodicesima edizione, ha confermato il suo notevole successo, la grande popolarità e la sua vasta partecipazione.
Una folla di visitatori ha spettacolarmente ammantato di colori e chiacchiericcio la centralissima via Roma di Caraglio, avvolgendo le caratteristiche e profumate bancarelle, cariche di succulenti e accattivanti  prodotti della terra.
Oltre all’aglio di Caraglio, dell’omonimo e conosciuto Consorzio di tutela, protagonista di questa festa e che, pare, in tale frangente abbia quasi raddoppiato le vendite, erano abbondantemente presenti le altre produzioni aglicole del territorio. Segno che tale coltivazione, trainata dal successo del sopraccitato Consorzio, è in piena espansione.
Tuttavia non solo di aglio, seppur preponderante, si ammirava.
C’era anche il suo degno compagno: il cardo gobbo di Nizza Monferrato, presidio Slow Food. E poi il porro di Cervere, la carota di S.Rocco, il celebre formaggio Castelmagno, la conosciutissima mozzarella di bufala dell’importante allevamento Moris di Caraglio, l’associazione della patata Piatlina e Ciarda di Monterosso Grana e l’attesa “prima” dell’associazione tartuficoltori della Valle Grana che ha esibito dei magnifici esemplari di pregiato tartufo nero, orgoglio della nostra valle.
Attorno a queste eccellenze un’infinità di altre realtà contadine hanno qualificato Aj a Caraj come una manifestazione di pregio e rappresentativa delle ottime capacità produttive territoriali.
Degno di nota, infine,  il successo dell’annullo filatelico che ha potuto contare circa 400 richieste. Delizioso ed insperato risultato.
Nell’aria della sera l’ acre odore delle ultime caldarroste, confondendosi con il suadente profumo della bagna cauda, in un’armonia perfetta di fine autunno, salutava gli ultimi, ancora numerosi, avventori.
Il prossimo anno sarà la fatidica tredicesima edizione, numero scaramantico magicamente legato all’aglio.
Poi si vedrà.
Lucio Alciati.







4 commenti:

  1. Anche quest’anno l’attesissima manifestazione Aj a Caraj non ha deluso le aspettative dell’associazione Insieme per Caraglio, della Confraternita dell’aglio e del Consorzio di tutela, attivi e brillanti partners organizzativi di quest'undicesimo evento.
    Anzi i numeri crescono superando le parecchie migliaia di visitatori, che fin dal mattino presto rallegravano il centro cittadino curiosando ed acquistando le eccellenze gastronomiche del nostro territorio.
    Un interesse che , a sentire i tanti commenti degli avventori, è gradito sempre di più come sempre di più. questa festa si conferma un appuntamento di estrema qualità,
    da non perdere. Un momento, un luogo, dalla particolare e affascinante atmosfera, dove è possibile incontrare e procurarsi le vere tipicità contadine e gastronomiche che resistono nelle aziende tradizionali.
    Infatti, oltre al nostro ricercatissimo aglio (che praticamente è andato tutto esaurito), erano presenti le migliori produzioni piemontesi. Il cardo gobbo di Nizza, il porro di Carmagnola, il porro di Cervere, il cece di Nucetto, i formaggi Valdesi e altre leccornie facevano capolino dai vari banchetti ,alcuni ruspanti, ma ben organizzati.
    Anche le nostre piccole nicchie di produzioni in fase di recupero (lenticchie,bombonini, zafferano,le patate dell’Associazione di tutela di Monterosso Grana) hanno fatto parlare di ,stimolando attrazione e coinvolgimento.
    Ma non dimentichiamo che la kermesse aromatica iniziava già dal pomeriggio del giorno prima , alle inquietanti ore 17.17, con l’interessante percorso degustativo impostato sul fragrante aglio locale e guidato dal bravo e giovane chef caragliese Michele Chiapale . Sono state magistralmente presentate e proposte due ricette accattivanti: il bagnetto caragliese e una gustosa zuppa di lenticchie tradizionali della Valle Grana con aglio di Caraglio. Ricette molto opportune data la vicinanza delle festività natalizie.
    La stessa sera, presso il Pelerin, una grande bagna caoda, preparata dai famosi cucinieri di Faule, ha solleticato il palato di molti buongustai che, con la replica del giorno dopo a mezzogiorno, ha raggiunto cifre ragguardevoli (ca 300 coperti).
    Poi caldarroste, tante caldarroste, sono state distribuite dagli accalorati e stremati collaboratori dell’associazione Insieme per Caraglio al pubblico accalcante.
    Era notte e, ancora, un gran numero di persone, nell’ennesimo girovagare curioso e godereccio fra i vari stand , stentava ad andarsene.

    Basta soffermarsi e ammirare questo per capire il fascino di Aj a Caraj.
    Lucio Alciati

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  2. Aj a Caraj 11° edizione
    Anche l'11à edizione di Aj a Caraj - la festa/fiera tematica incentrata sull'odoroso bulbo caragliese, si è conclusa, con il consueto successo di pubblico e di interesse, confermando il netto trend positivo che ne ha caratterizzato l'andamento fin dal 2003.
    Il Consorzio di Tutela, Promozione e Valorizzazione dell'Aglio di Caraglio - Aj 'd Caraj, costituente Comunità del Cibo nell'ambito della Condotta Slow Food di Cuneo e le sue Valli, ha profuso il consueto impegno per la buona riuscita della manifestazione e ne raccoglie un importante stimolo a continuare nella salvaguardia di una cultura contadina, antica, che affonda le sue radici nel tempo, nel sapere dei nostri avi, nel'uso di dedicare un po' di tempo e un po' di terra, anche marginale, a questa coltivazione, a questo prodotto insostituibile ed immancabile nella nostra tradizione gastronomica.
    L'aglio di Caraglio ed i prodotti della sua rotazione agraria oggi, come un tempo, rappresentano una forma di integrazione del reddito famigliare ed è con questa finalità, con questo spirito che ogni nuovo produttore, socio del Consorzio, si avvicina a questo affascinante, profumato mondo.
    Il disciplinare di produzione è chiaro e stringente, la sua accettazione è il primo requisito, la sua corretta osservanza è ciò che consente al produttore di presentare sul mercato un prodotto oggi conosciuto ed apprezzato.
    Questa esperienza è nata grazie alla capacità, all'impegna e al lavoro di ricerca di alcuni caragliesi che, assumendosene gli oneri ed i rischi, hanno saputo far conoscere questo progetto, hanno saputo attrarre nuovi coltivatori e creare nuove opportunità.
    E stato un lavoro lungo e meticoloso di ricerca di testimonianze dirette e documentali circa la storia dell'aglio nella nostra terra, è stato un lavoro di propagazione, miglioramento e coltivazioneche oggi porta il nome di Caraglio in ogni dove, associato al suo profumatissimo prodotto.
    Tutto ciò, fin dagli inizi ha conosciuto apprezzamento, ma anche scetticismo, chi incoraggiava e chi denigrava, ma il progetto è proseguito e prosegue con immutato impegno e la soddifazione più bella è per il Consorzio di Tutela, Promozione e Valorizzazione dell'Aglio di Caraglio, poter ringraziare gli estimatori, gli amici, i produttori dell'aglio di Caraglio, per la loro partecipazione alla undicesima edizione della sua festa, citando il motto della Confraternita dell'Aglio di Caraglio: IN CARAGLIO ALIUD PRO AGLIO ET AGLIO PRO ALLIIS!!!
    Carlo Rocca

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  3. Domenica 13 luglio 2014 a Caraglio, in provincia di Cuneo, nell’ambito della festività patronale della Madonna del Castello,si svolgerà la sesta edizione della tradizionale “Festa dell’aglio nuovo.
    Appuntamento che festeggia il nuovo raccolto del fragrante e delicato aglio coltivato in queste terre. E’ organizzato dal Consorzio dell’aglio di Caraglio – Comunità del cibo di Terra Madre, dalla Confraternita dell’aglio, in collaborazione con l’Associazione di promozione turistica Insieme per Caraglio e il comune di Caraglio.
    Orario manifestazione dalle ore 09.00 alle 13.00, nel concentrico del paese.
    Info: 0171619816 – conf.agliodicaraglio@libero.it – info@insiemepercaraglio.it

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  4. Il 15-16 novembre approda a Caraglio ,in provincia di Cuneo, l’attesa festa che sa di aglio: Aj a Caraj.
    Giunta alla dodicesima edizione riporterà, nella piazza di Caraglio, paese ai piedi della piccola ed incontaminata Valle Grana, in provincia di Cuneo, le cose buone del territorio, specialmente quelle legate alla preparazione della tipica bagna cauda dove l’aglio è principe: specialmente quello locale.
    E sarà proprio lo squisito aglio di Caraglio il protagonista della bagna cauda che verrà servita in anteprima alla festa (sabato sera 15 novembre), nella struttura centrale del paese.
    Questa edizione, inoltre, sarà ricordata da un apposito annullo filatelico che sarà apposto nella giornata di festa e a tal proposito verrà proposta delle cartoline a tema.
    La festa sarà allietata da balli Occitani.
    Manifestazione organizzata dall’Associazione Insieme per Caraglio, il Consorzio dell’aglio di Caraglio-condotta Slow Food di Cuneo e le sue Valli e la Confraternita dell’aglio di Caraglio.

    Info e locandina della manifestazione sul sito dell’Associazione Insieme per Caraglio (www.insiemepercaraglio.it)

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